Denis Fouque, nefrologo di fama internazionale, ha affermato (Journal of Renal Nutrition Vol.13, n3: 2003):

... all their life long, patients with chronic renal  kidney disease will have to face frequent, complex, and sometime difficult diet pattern modifications to preserve renal  function and body composition, and to be protected against treatment side effects. Who else better than  the renal Dietitian can rehabilitate these difficult aspects?

Volendo tradurre possiamo dire che molte sono le modificazioni alla dieta che un paziente con malattia renale deve mettere in pratica. E che queste modificazioni sono destinate a continuare e a cambiare durante il corso della malattia.

Nella fase conservativa l'attenzione deve essere data a introdurre poche proteine per evitare che nel sangue si accumulino cataboliti tossici.
Questa attenzione può migliorare lo stato generale del paziente e ritardare l'inizio del trattamento sostitutivo con dialisi.

Quando inizia la dialisi le indicazioni cambiano: l'apporto di proteine deve aumentare ma, di contro, l'attenzione deve essere focalizzata sul controllo degli elettroliti e dei liquidi in particolare.

E, finalmente con il trapianto, in qualche modo la dieta si mette da parte, ma non si può pensare di essere liberi perchè il rene funzionante ha bisogno di una attenzione particolare.

Quindi, la dieta accompagna sempre la malattia renale. Sempre Fouque afferma (Nutritional status in dialysis patients: a European consensus. 2002): una prescrizione dietetica inadeguata, dovuta alla tradizionale preferenza dei medici di prescrivere restrizioni alimentari piuttosto che fare counseling nutrizionale, può ulteriormente peggiorare la malnutrizione.

Mi piace affermare che il dietista, per la sua particolare formazione, può aiutare il paziente a fare scelte dietetiche che soddisfino le limitazioni necessarie ma senza penalizzare il gusto e le abitudini dellla persona.

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